Diagnostica prenatale

Diagnostica prenatale

GRAVIDANZA
Diagnostica prenatale

La diagnostica prenatale non implica necessariamente posizioni radicali. Fare diagnosi prenatale significa conoscere e informare; consente ai genitori di prepararsi all’arrivo di un bimbo con disabilità, oppure preparare una equipe medica specializzata al parto di un bambino che necessiterà di cure specifiche, e per il quale le prime ore di vita potrebbero fare la differenza.

Tra gli strumenti a disposizione esistono esami non invasivi (ecografia, bi-test e nipt) ed esami invasivi (amniocentesi e villocentesi). Gli esami non invasivi forniscono una indicazione di tipo principalmente statistico; infatti, laddove essi dovessero indicare un rischio, l’indicazione è di ricorrere alla diagnostica invasiva.

 

Amniocentesi

Attraverso le cellule fetali presenti nel liquido amniotico si analizza l’intero corredo cromosomico del feto allo scopo di escludere anomalie cromosomiche e valutare il rischio di alcune malformazioni.

Si esegue tra la 15ª e la 17ª settimana di gestazione ed è indicata in caso di:

  • Bi-Test e NIPT positivi
  • Età materna superiore o uguale a 35 anni
  • Precedenti gravidanze con patologia genetica o cromosomica
  • Familiarità per patologie genetiche o cromosomiche

L’esame si esegue in ambulatorio chirurgico sotto guida ecografica. L’ago attraversa la parete uterina e le membrane amniotiche e preleva dal sacco amniotico una quantità di liquido (20 cc.) non influente per il benessere del feto (il prelievo dura circa un minuto).

Solo nello 0,5% dei casi possono sorgere complicanze; nondimeno, è utile ricordare che il Servizio Sanitario Nazionale offre gratuitamente l’amniocentesi alle donne che abbiano le indicazioni di cui sopra.