Menopausa: calano gli estrogeni la donna è più esposta al rischio di alcune malattie serie La diminuzione degli estrogeni può provocare alcuni disturbi e sintomi, sia di natura neurovegetativa (vampate di calore, sudorazioni, palpitazioni, tachicardia, sbalzi della pressione arteriosa, disturbi del sonno, vertigini,), sia di natura psicoaffettiva (irritabilità, umore instabile, affaticamento, ansia, demotivazione, disturbi della concentrazione e della memoria, diminuzione del desiderio sessuale). Nondimeno, le conseguenze cliniche più importanti del calo degli estrogeni corrispondono a un aumento del rischio cardiovascolare (infarto cardiaco, ictus cerebrale, ipertensione) e delle patologie osteoarticolari, in particolare l’aumento dell’incidenza dell’osteoporosi. (Le malattie cardiovascolari rappresentano, inoltre, la principale causa di morte per la donna in menopausa, superando di gran lunga tutte le forme di neoplasie, compreso il cancro della mammella.) La carenza estrogenica condiziona, insieme all’età, un rallentamento del metabolismo, il quale a sua volta comporta un maggior rischio cardio-vascolare. Occorre non sottovalutare l’aumento del peso corporeo, che si verifica in misura variabile in tutte le donne in menopausa.
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